SAT Primiero

Storia della Sat

Sezione di Primiero

Le tappe storiche che ci hanno condotto fino ad oggi.

1946
Nasce SAT Primiero
SAT PRIMIERO

Un gruppo di appassionati di montagna, appena usciti dalla tragedia della seconda guerra mondiale, si raccolsero attorno a Vincenzo de Medici e fondarono la sezione SAT Primiero.

Agli esordi gli iscritti erano contenuti, ma con gli anni diventò una delle sezioni più numerose di tutto il Trentino con quasi 600 soci.

Parco Clarofonte
luogo individuato per la costruzione della nuova sede SAT
Sede SAT
Iniziano i lavori per la costruzione della Sede
Sede SAT
Lavori in corso per la Sede
Inaugurazione Sede SAT
Senatore Sapagnolli con le Aquile di San Martino
Sede SAT
a Fiera di Primiero

Le prime sedi furono a Fiera di Primiero alla casa ex Azienda Elettrica in via Terrabugio, poi nell’attuale caserma della Guardia di Finanza, al cui interno venne ricostruita una vera e propria “casera”.

All’inizio degli anni ’70, sotto la presidenza del dr. Giuliano Conci, venne costruita l’attuale sede nei giardini Clarofonte, secondo la tipologia del “maso”, in un prato che era utilizzato come recinto di caprioli ed altri animali selvatici.

Giuliano Conci
Presidente nel 1961-1962, 1969-1980

Giuliano Conci, presidente e promotore della costruzione della Sede SAT in via Clarofonte.

Enrico Berlanda
Presidente nel 1963-1968

Enrico Berlanda, presidente e promotore della costruzione del Bivacco al Velo della Madonna.

Enrico Taufer
Tuttofare della SAT

Enrico Taufer, tuttofare operoso che per anni ha apportato il suo contributo alla SAT Primiero.

Il bivacco
del Velo della Madonna

Dopo anni di discussioni e sopralluoghi e infine grazie al lavoro di moltissimi volontari, il 24 luglio 1966, venne inaugurato a 2.300 metri di quota il bivacco del Velo della Madonna.

Il bivacco, che svolse egregiamente il suo compito di punto di appoggio per i numerosi alpinisti che si cimentavano sulle cime della Madonna e del Sass Maor, rimase al suo posto fino al 1980 anno in cui passò il testimone al più moderno e confortevole Rifugio Al Velo della Madonna.

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Congressi SAT
a Primiero

La Valle di Primiero ha ospitato i consueti "Congressi SAT provinciali" negli anni: 1885 - 1898 - 1907 - 1949 - 1973 - 2001.

Mostre & Conferenze
sulla montagna

La sezione SAT di Primiero si impegna periodicamente nell'organizzazione di mostre e conferenze su temi di montagna.

Queste iniziative hanno lo scopo di avvicinare, informare e sensibilizzare un numero sempre crescente di persone.

Corse in montagna
circuito provinciale

Nato come "Trofeo Idrea" degli anni’70, prosegue anche al giorno d'oggi l'organizzazione annuale del circuito provinciale "corse in montagna" con il "Triathlon Smart" e il "Totoga Trial".

Il bivacco “Al Velo della Madonna”

Antico sogno degli alpinisti della Valle di Primiero divenuto realtà

Prima della costruzione del nuovo Rifugio, nella sottostante conca del Cadinot, la Sezione SAT di Primiero – S. Martino di Castrozza aveva eretto nel 1966 un bivacco fisso con 10 posti letto. Clicca qui per scaricare il PDF con la Storia dello Spigolo del Velo, estratto dal Bolletino CAI – SAT del 24 Luglio 1966 in occasione dell’inaugurazione del Bivacco del Velo.

Come scrive l’allora Presidente della Società Alpinisti Tridentini di Primiero e San Martino nella presentazione della pubblicazione Numero Unico dedicato al Nuovo rifugio al Velo della Madonna “Dell’opportunità o meglio della necessità che nella zona del Cadinot venisse creato quanto meno un modesto punto d’appoggio se n’era parlato in tempi lontani. La prima idea concreta del rifugio trovò concepimento durante una fredda notte di bufera nell’aprile 1953, nel corso di una operazione di soccorso a favore di due alpinisti …” Gli alpinisti nominati da Angelo Cazzetta erano Arturo Brunet e Saverio Scalet che avevano lottato lungo la via Solleder al Sass Maor per ottantotto ore consecutive tra il 25 ed il 28 aprile 1953.
Il luogo prescelto per posizionare il bivacco era il Cadinot proprio in vista dello Spigolo del Velo della Madonna; questo bivacco nelle intenzioni della sezione SAT di Primiero, avrebbe anche contribuito (e contribuirà non poco) a dare lustro all’alpinismo in valle.

Realizzare un bivacco a 2300 metri di quota non è impresa agevole nemmeno ora: figuriamoci negli anni Sessanta! È proprio per queste difficoltà che, una volta stabilito il dove ed il tipo di bivacco che sarebbe stato realizzato, l’allora Presidente della Sezione locale, Enrico Berlanda, cercò in tutti i modi di risolvere il problema di come trasportarlo in quota.

Una difficoltà non marginale che si dovette affrontare ancor prima di pensare al trasporto era quella di come raggiungere il Cadinot dato che non esisteva un sentiero vero e proprio; fu richiesto nel 1963 l’aiuto della Brigata Cadore ma questa, dopo l’ispezione compiuta da un ufficiale, inizialmente non mise a disposizione gli uomini in quanto riteneva pericolosa la traccia di sentiero che collegava Sora Ronz con il Cadinot; solo nell’estate 1964, i volontari della SAT con l’ausilio di 30 artiglieri da montagna, realizzarono il sentiero attrezzando anche la Lasta Moia, passaggio non difficile ma comunque impegnativo.

Una volta sistemato il sentiero ed ordinato il prefabbricato alla ditta aostana I.P.M., rimaneva il problema di come trasportarlo in quota.
Pur di giungere alla costruzione del bivacco il Presidente Berlanda smosse mari e monti: venne interessato il senatore bolzanino Candido Rosati e perfino l’allora Ministro alla Difesa, Giulio Andreotti, che nell’agosto del 1964 si trovava in vacanza nella vicina Moena. Il 29 settembre 1964 però arriva la doccia fredda: secondo quanto scritto dal senatore Rosati “i Comandi superiori di Padova hanno espresso parere sfavorevole e sembra che tutto dipenda dalla particolare situazione dell’Alto Adige” (siamo infatti in pieno periodo di rivendicazioni separatiste da parte di alcuni gruppi sudtirolesi).

Nello stesso periodo i soci della Sezione Cai di Verona propongono che il bivacco venga intitolato a Giancarlo Biasin, forte rocciatore caduto sul sentiero del Cacciatore dopo aver aperto con Samuele Scalet la via che porta il suo nome sul Sass Maor. Pur di ottenere questa intitolazione gli amici del Biasin manifestarono la disponibilità al pagamento del trasporto in quota del bivacco; l’ipotesi però naufragò a causa del disaccordo sul nome da dare al bivacco, ovvero se chiamarlo “Rifugio Giancarlo Biasin Al Velo della Madonna” oppure come voluto dalla SAT, “Rifugio Velo della Madonna – Giancarlo Biasin”- differenza sottile ma ritenuta sostanziale.

Sfumata come detto l’ipotesi di utilizzare elicotteri militari, la S.E.T.A.F. ed il IV Corpo d’Armata fornivano supporto con gli elicotteri solo in caso di calamità, si provò con quello della Regione. Nella primavera del 1965, dopo aver richiesto ed ottenuto l’elicottero all’Assessorato agli Enti Locali, venne effettuato un volo di prova: purtroppo anche questo tentativo non ottenne il risultato favorevole sperato e si dovette ripiegare sull’ipotesi inizialmente scartata in quanto ritenuta troppo onerosa della costruzione di una teleferica.
Con l’aiuto di moltissimi volontari il bivacco venne infine realizzato: l’inaugurazione ebbe luogo il 24 luglio 1966.
Il bivacco, che svolse egregiamente il suo compito di punto di appoggio per i numerosi alpinisti che si cimentavano sulle cime della Madonna e del Sass Maor, rimase al suo posto fino al 1980 anno in cui passò il testimone al più moderno e confortevole Rifugio Al Velo della Madonna.

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